SPAZIO MENTALE = AMBIENTE
Per questo artista non è utile conoscere l’età ed il luogo di provenienza, allo stesso modo risulta superfluo indagare il suo vissuto poiché tutte queste condizioni e convenzioni non sono in lui stabilizzate. Talvolta si aprono delle finestre temporali che lo riguardano, grazie alla contemplazione del suo lavoro. Esiste in commercio un’ autobiografia che possiamo interpretare come un elaborato artistico essa stessa; di fatto, all’interno del libro un lavoro d’arte c’è ed è dichiarato come tale. Esso prevede l’interazione più che attiva del lettore, chi lo desidera se la procuri. Chi ne sente l’esigenza e l’urgenza vada a documentarsi su chi è Federico Clapis nelle altre dimensioni spazio tempo che è solito abitare; a noi interessa il Federico Clapis artista, rispetto alle altre identità non ci importa neppure sapere se esistono o se siano mai esistite. La selezione che ha operato il critico d’arte Marco Tagliafierro a proposito di una cospicua produzione si concentra su forme oggetto, concrezioni segniche che oscillano tra l’essere una serie di mirabilia, memorabilia, preveggenze, che fluttuano ancora tra l’apparire reperti di una tecnologia atlantidea e una previsione post atomica. Sono sedimentazioni di ceramiche, cemento, oggetti vintage o heritage. Concrezioni di glifi, archeologie del futuro o avanguardie del passato, utopie o retrotopie. Tra di loro si innescano continue riverberazioni e risonanze che dimostrano una delle nature di Federico Clapis, quella di essere disturbatore necessario o acceleratore di significato in uno spazio mentale che è ambiente.