28 posti
In occasione della Design Week 2021 il ristorante “28 Posti” rinnova l’invito a un designer della scena internazionale a realizzare un menù a 4 mani con lo Chef Marco Ambrosino.
Con il food designer spagnolo Martí Guixé lo Chef Ambrosino progetta una cena-manifesto in cui sia gli oggetti che il menù rielaborano in chiave simbolica i concetti di sostenibilità ambientale, economica e sociale, dimostrando come attraverso un modello di ristorazione sostenibile sia possibile contribuire positivamente alla lotta allo spreco alimentare e incidere con messaggi concreti sulla possibilità di cambiare le abitudini dei consumatori. Piccoli cambiamenti che, se considerati su scala globale, possono avere un enorme effetto sulla riduzione dell’impatto ambientale causato dal consumo alimentare umano.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con gli studenti del Master in Food Design and Innovation della Scuola Politecnica di Design SPD, i quali, coordinati dal designer e dallo Chef, sono stati invitati a partecipare a una call progettuale legata al tema della cena e ai concetti portati sulla tavola del “28 Posti”, sviluppando i principi di IDENTITA' - EQUILIBRIO - TRASPARENZA - INCONTRO- ORIGINE - che si ritrovano nel menù creato per la Design Week.
Da questa esperienza didattica hanno preso forma 3 oggetti progettati con gli studenti, che accompagnano gli altri 4 oggetti progettati da Martí Guixé.
Oggetti politici o “speaking object” - come li ha definiti il designer - che hanno il compito di comunicare un messaggio legato ai temi della cena e raccontare la filosofia di “28 Posti”, senza mai essere troppo diretti, ma trovando sempre il giusto grado di astrazione e ironia.
Per le ricette, Marco Ambrosino, in perfetto stile “28 Posti”, sviluppa le tematiche affrontate dalla sua cucina e realizza i suoi piatti con prodotti a basso impatto ambientale, selezionando produttori rispettosi degli ecosistemi e della biodiversità e utilizzando ingredienti attenti ai bisogni locali e alla valorizzazione del territorio.
Il cibo viene letto e interpretato come un incontro tra le diverse culture del Mediterraneo a voler sfatare il mito dell'italianità derivante da cibi e tradizioni considerati nazionali, ma che in realtà arrivano da altri Paesi, africani e arabi.
Lo scarto e, in generale, il pensiero su come esso possa essere valorizzato (ad esempio attraverso l’utilizzo di bucce, lische, pelle) è un altro dei temi ricorrenti del menù, così come l’attenzione all’utilizzo di piante che nutrono e non sfruttano i terreni.
Infine, un altro tema caro allo Chef Ambrosino è la sperimentazione sulla fermentazione e in generale sulle tecniche di conservazione e trasformazione del cibo.
Un menù quindi che invita i commensali a riflettere su come si può utilizzare quello che avanza, per quanto tempo si può consumare e chi o cosa stabilisce che non può più essere consumato.