L’intenzione di on•entropy è di celebrare questa antica eredità che risale alla tradizione  delle Cicladi e che ha fatto di Tinos un luogo di riferimento per la lavorazione del marmo. 

La mostra milanese prodotta da 5VIE per la design week intende essere un omaggio a  questa preziosa eredità di Tinos, ossia l’anteprima di una mostra diffusa più ampia che si  terrà sull'isola nella primavera dell'anno prossimo, e che metterà in luce l'essenza vera del  suo patrimonio architettonico religioso, la maestria della lavorazione del marmo e delle  bellezze naturali dell’isola.  

L’installazione di Via Cesare Correnti ci ricorda lo spazio sacro di un tempio, raccontato  grazie a un cabinet de curiosité; due grandi pareti laterali, come due grandi quinte,  nascondono scaffali che ospitano diverse tipologie di materiale quali cimeli, oggetti, foto  storiche e video, e che raccontano la storia dell'evoluzione dell'artigianato a Tinos e il suo  riflesso sui cambiamenti sulla società nel corso degli anni. Uno scultore del luogo dice:  "una volta si sentivano i bambini giocare con piccoli martelli (mantraka) nella strada di  Pyrgos, una volta si riusciva a sentire l'acqua scorrere, le campane suonare, le porte delle  case rimanevano aperte a tutti e si trovavano laboratori artigianali in ogni angolo. Questo  luogo oggi pullula di negozi per turisti e non c'è più traccia di artigianato del marmo...”  Tutto ciò solleva interrogativi sul nostro modo di abitare lo spazio, in particolare in  relazione a quest'isola, ma anche in relazione alle nostre modalità di comprensione e  lettura del mondo, nel momento in cui i fenomeni tangibili del fare le cose iniziano a  scomparire. Questo aspetto sociale è particolarmente importante soprattutto in un’epoca  dove gran parte dei prodotti sul mercato è realizzata in maniera automatizzata, per  continuare a educare e valorizzare le professioni legate al fare manuale, ossia quelle in cui  si attivano contemporaneamente la parte destra e sinistra del cervello.