Italy: A New Collective Landscape
All’ADI Design Museum, ha inaugurato la mostra Italy: A New Collective Landscape, interamente dedicata ai designer under35 e al loro tentativo di cogliere le sfide della contemporaneità.
Le problematiche davanti alle quali questo momento globale ci pone e le continue trasformazioni ecologiche e sociali costituiscono il punto di partenza dei lavori dei giovani progettisti italiani presentati da Italy: A New Collective Landscape. Prodotta da ADI Design Museum, la mostra ha la curatela di Angela Rui con Elisabetta Donati de Conti e Matilde Losi. Il progetto grafico è di Alice Zani con Paola Bombelli e l’allestimento dello studio Parasite 2.0.
Al MoMA di New York nel 1972 la mostra Italy: The New Domestic Landscape, curata da Emilio Ambasz, presentava le riflessioni di una collettività di giovani progettisti come manifestazione culturale di una controriforma che si interrogava sull’abitare e sulla produzione. Oggi i progettisti agiscono con responsabilità ambientale e libertà radicale, immaginando come le trasformazioni della realtà esterna possano avere un impatto sull’abitare, estendibile allo spazio urbano e non urbano, alle relazioni sociali e alle alleanze simbiotiche, a nuovi comportamenti.
Protagonisti della mostra di ADI Design Museum saranno quindi giovani designer under35, i cui lavori sono stati selezionati anche tramite una open call alla quale hanno partecipato in più di trecento. La scelta di dare spazio ai progettisti di questa generazione è in linea con la necessità di dare occasioni di sviluppo ai loro lavori, di evidenziarne la qualità al mondo delle imprese e di presentare una visione di insieme sulle sfaccettate pratiche dei designer contemporanei.
Tali pratiche muovono da una condizione generale di mutua vulnerabilità tra l’uomo e l’ambiente. Italy: A New Collective Landscape vuole essere una mostra-programma che ruota intorno ai progetti, ai prodotti e alle nuove pratiche dei designer, impegnati nel raccogliere le sfide poste dall’attuale situazione di emergenza, a partire dalla crisi climatica e dalle ricadute che questa ha sulla realtà stessa.
“Scomodando Giorgio Gaber, possiamo ribadire come libertà non sia uno spazio libero, ma partecipazione; questa analisi che si concretizza nella mostra evidenzia la dimensione politica del fare oggi design” commenta il Presidente ADI - Associazione Disegno Industriale Luciano Galimberti.
La proposta di ADI Design Museum è dunque un’occasione per rappresentare quel contesto creativo italiano che sta cercando di ridefinire il ruolo del design. Da qui l’intento di immaginare i nuovi strumenti progettuali non solo in relazione al mondo industriale ma come nuove fabbriche produttive, dove il design diventa strumento di transizione e ponte tra i mondi della cultura, della scienza e dell’industria.
In apertura la mostra presenta un focus sulla dimensione domestica e sugli oggetti che la costruiscono, per poi proseguire all’interno dello spazio espositivo con l’incontro tra le diverse tematiche scelte, quali il design rigenerativo, il design relazionale e il design sistemico. Lo spazio è pensato come inclusivo, attraversabile, fluido e attivo, mentre gli oggetti sono arricchiti da materiali di indagine, ricerca e prototipazione. Ulteriore approfondimento è costituito da workshop, reading e screening, oltre che da sessioni partecipative che danno vita a un public program dedicato. In tal modo Italy: A New Collective Landscape si presenta come un paesaggio dinamico di indagine sui linguaggi del design contemporaneo, sul suo ruolo e su quello dei suoi protagonisti.
La mostra è realizzata grazie alla sponsorizzazione di Intesa San Paolo e al contributo di Fondazione Cariplo.