Il progetto, che quest’anno è alla sua seconda edizione, nasce dalla collaborazione tra Pirelli e il museo di arte contemporanea Pirelli HangaBicocca per rafforzare la relazione tra il linguaggio dell’arte contemporanea e il mondo dell’innovazione della Formula 1.
In occasione dell’ultimo Gran Premio di F1 di Monza, avvenuto lo scorso 11 settembre, sono stati consegnati ai piloti vincitori dei premi speciali, disegnati dall’artista italiano Patrick Tuttofuoco selezionato da Pirelli HangarBicocca per realizzare il progetto che, grazie a Pirelli, porta l’arte contemporanea sui circuiti della Formula 1.
Per il secondo anno consecutivo infatti, Pirelli, come title sponsor, ha selezionato, insieme a Pirelli HangarBicocca, un artista italiano a cui affidare la creazione dei trofei di gara da innalzare sul podio, contribuendo a creare un legame tangibile tra l’espressività contemporanea e la costante tensione all’innovazione della Formula 1. Nel 2021 la commissione è stata affidata all’artista Alice Ronchi in occasione del circuito di Imola.
Quest’anno i trofei sono stati concepiti e realizzati da Patrick Tuttofuoco che ha dato vita ad una forma astratta e fluida che evoca il concetto di tempo ciclico e rappresenta una riflessione sul tema della dinamica e della velocità. La struttura a nastro e dai colori fluo resi in trasparenza è stata modellata attraverso un complesso processo tecnologico che ha previsto una fase di fresatura digitale di un blocco di metacrilato seguita da un momento artigianale per la colorazione.
Patrick Tuttofuoco - Eon, 2022, Trophy F1 Italian Grand Prix, Monza 2022. Courtesy Pirelli and Pirelli HangarBicocca ©Photo Lorenzo Palmieri
Eon è il titolo del trofeo che riporta alla più estesa unità cronologica che traccia l’età della Terra. Questa unità di misura si suddivide poi, per convenzione, in ere, periodi, epoche, età. Essa si riferisce dunque ad un tempo che va oltre la dimensione dell’uomo e tende all’infinito.
Patrick Tuttofuoco spiega: “Il trofeo ha la forma del tempo, di un tempo che tende all’assoluto per la sua ciclicità. Esso rivela una dimensione di continuità e fluidità che si materializza nelle piste di Formula 1. Sono partito da una composizione digitale che trae origine dal Nastro di Möbius dove interno ed esterno coincidono e dove non vi è origine e fine. Partendo da questa immagine, è stato poi realizzato un volume di metacrilato modellato con una fresa numerica. Da questo processo tecnologico scientifico è nata una forma che ha l’eleganza del tempo e la trasparenza di un’energia impalpabile.”
Patrick Tuttofuoco, nato a Milano nel 1974, vive e lavora a Milano. Con il suo trentennale percorso artistico è una delle personalità più riconosciute del panorama creativo italiano. Lavora con la scultura, il video, il neon, il disegno, l’installazione e usa la luce e il colore per creare atmosfere ed emozioni, dando origine a spazi fisici e oggetti di ascendenza Pop, dal registro comunicativo e aperto, che paiono usciti da videogiochi in 3D o da film di fantascienza. La pratica di Tuttofuoco, sempre in bilico tra ordine ed entropia, non è mai rappresentazione algida della realtà, ma coniuga elementi scientifici e matematici con interpretazioni degli stati d’animo umani, dimostrando continua apertura ad ambiti diversi del sapere come l’architettura, il design e l’urbanistica. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni private e museali internazionali e in progetti permanenti di arte pubblica.
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© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 11 settembre 2022