Lo studio torinese Settanta7 si è aggiudicato la vittoria del concorso internazionale per la creazione della seconda sede del Conservatorio di Milano nel quartiere di Rogoredo.
È stato presentato lo scorso 3 novembre il progetto vincitore - tra i trenta pervenuti - del Concorso internazionale di progettazione per la creazione de Il Bosco della Musica, seconda sede del Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano, nella periferia di Rogoredo.
Ad aggiudicarsi la vittoria è stato lo studio di progettazione torinese Settanta7, con un progetto i cui obiettivi principali sono la rigenerazione urbana e ambientale, ma anche quella umana e sociale: "Una rigenerazione urbana che passa da un approccio sinergico tra bellezza ed efficacia e che vede nella sintesi tra un’immagine poetica, come le foglie d’autunno che volteggiano nel vento, e un‘avanguardia progettuale l’obiettivo finale del progetto stesso" ha sottolineato l’Architetto Lorenzo Albai, in rappresentanza del gruppo vincitore.
L’intervento prevede la realizzazione, all’interno di un’area verde pubblica, fruibile da tutti i cittadini perché volutamente lasciata “aperta” senza recinzioni, di una struttura polifunzionale dotata di aule, laboratori, un auditorium, residenze per gli studenti, aree di ristoro e la riqualificazione della Palazzina «ex chimici» delle ex acciaierie Redaelli, attualmente in stato di abbandono.
I tre temi cardine del progetto sono: sostenibilità, innovazione tecnologica e rigenerazione urbana. “Ecco perché - ha dichiarato il Provveditore Interregionale per le Opere Pubbliche Lombardia-Emilia Romagna Fabio Riva - abbiamo scelto di utilizzare come procedura quella del Concorso di progettazione: perché un progetto che nasce da un concorso di progettazione dà spazio a partecipanti appartenenti a diverse età, formazione e provenienza geografica, dando così un respiro immaginifico più ampio al concetto di architettura e spazio urbano. Da uno stesso lotto sono nate tante interpretazioni che hanno dato luogo a confronti sui temi della qualità architettonica e delle scelte progettuali più consone attraverso una visione “democratica” del bello e del funzionale. Ed è proprio nel titolo di quest’opera “Bosco della Musica” che si compie il processo di formazione dell’azione progettuale che interpreta bisogni e sogni attraverso un luogo che diventerà catalizzatore di nuovi talenti, nuove abitudini e nuove connessioni urbane che vedono nella periferia nuove realtà urbanistiche connesse all’arte, la musica e la tecnologia 4.0”.
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© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 14 novembre 2022