A Lambrate è sorta l’opera realizzata da SMOE, dedicata al film del 1951 di Vittorio De Sica su soggetto di Cesare Zavattini, che si aggiudicò quello stesso anno la Palma d’Oro al festival di Cannes e il premio per il miglior film straniero dei critici di New York.
Il 15 dicembre è stato inaugurato nel quartiere di Lambrate a Milano un grande murales (250 metri quadri) dedicato al film Miracolo a Milano. L’hanno voluto a gran voce le associazioni, la parrocchia, la biblioteca di quartiere e le comunità residenti. È stata infatti una giuria popolare composta da cinquemila persone a scegliere - tra i tre artisti in lizza - l’opera di SMOE come la più rappresentativa della storica pellicola neorealista.
Lo street artist (lo stesso del grande graffito in zona Certosa che raffigura i lavoratori della pandemia) ha lavorato per quattro settimane sotto la supervisione di Christian Gangitano, esperto di arte e rigenerazione urbana, nonchè direttore artistico del progetto.
Il murales Miracolo a Milano vivrà d’ora in avanti sul muro dell’edificio (sede dell’Università Statale di Milano, ma di proprietà di Regione Lombardia) di Via Valvassori Peroni 21. Non un luogo casuale, ma proprio quello in cui sorgeva l’area incolta dove Vittorio De Sica ha ambientato le baraccopoli del suo film. Un set che alcuni abitanti della zona ancora ricordano ancora. Molti impareranno a conoscerlo guardando le immagini che popolano il graffito: i volti di De Sica e Zavattini, le cineprese, che sono un omaggio alla macchina del cinema, “Il villaggio Brambi” e la celebre scena in cui i protagonisti del film prendono il volo a cavallo di una scopa.
Fondazione Cariplo ha sostenuto il progetto all’interno del bando “La Bellezza Ritrovata”, un bando nato dalla convinzione che vivere in un paesaggio “ritrovato” e rispettato possa contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone e che il coinvolgimento delle comunità in questi processi sia un elemento decisivo nell’educazione al rispetto del paesaggio e alla cura dei luoghi: “Questa è stata davvero un’opera partecipata: è nata da un’iniziativa della comunità e ha coinvolto la comunità nella scelta. Giovani, ma anche persone over 65 perché l’urban art è un patrimonio di tutti” ha dichiarato Christian Gangitano.
Il progetto parte dal presupposto che l’arte urbana sia estremamente efficace per dare un’identità ad un quartiere, creare simboli in cui le persone possano riconoscersi. Sempre Gangitano ha dichiarato: “Via Valvassori Peroni è la parte più nuova di Lambrate, ci sono flussi di persone che vanno e vengono senza incrociarsi. È una strada di servizi dove manca un’identità forte, un’anima, e la sera si spopola come molti luoghi periferici. Il murales ha creato bellezza. E la bellezza genera bellezza, condivisione e anche sicurezza: le istituzioni iniziano a capirlo e a dialogare”.
Anche l’ACLI (con lo storico Circolo di Lambrate) ha avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione dell’opera, come sottolineato da Attilia Cozzaglio che ha seguito il progetto fin dalla sua nascita: “L’idea iniziale è stata di Sergio Seghetti, un funzionario della Biblioteca Sormani in pensione che vive nel quartiere e che era un grande appassionato del film. Intorno a questa idea nata dal basso, si sono aggregate molte forze, tra cui il Municipio 3, Regione Lombardia che è proprietaria del muro, ma soprattutto i cittadini. Siamo entrati in contatto con moltissime persone che vivono nel quartiere, è stato straordinario che cinquemila persone abbiano votato il bozzetto”.
Esempio concreto di questo rinnovato entusiasmo civico e culturale è la nascita di nuovi progetti sulla via, tra cui il progetto VIVA! Valvassori Peroni, vincitore del bando La Scuola dei Quartieri 2022 del Comune di Milano, che punta alla riqualificazione complessiva di Via Valvassori Peroni proprio lavorando e mettendo in rete le tante realtà che insistono sulla zona. “Credo che per le persone vedere che si possono fare delle cose sia una spinta eccezionale a farne altre” aggiunge Attilia Cozzaglio “Continueremo con altre attività legate al murales per coinvolgere i cittadini: visite guidate, mostre in biblioteca. Creare memoria di questo film che racconta la vita in una baraccopoli significa anche creare sensibilità sociale nel quartiere”.
Tag: Milano Street Art
© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 20 dicembre 2022