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Il nuovo corso di Alias

Design — 12 maggio 2023
ALIAS ICONS - Foto di Alberto Strada

L’azienda bergamasca presenta una nuova identità e un nuovo team di lavoro capitanato dagli architetti e designer David Lopez Quincoces e Francesco Meda, in sinergia con Studio Temp.

Quella di Alias è una storia che nasce nel cuore della bergamasca, nel 1979 a Grumello del Monte. Il nome di questa azienda che negli anni ha saputo ritagliarsi un ruolo di spicco nel panorama del design italiano è un omaggio a una scena del film western “Pat Garret & Billy the Kid’s” del 1973. A rendere celebre Alias sono le prestigiose collaborazioni con progettisti di primo piano, a partire dal debutto con broomstick di Vico Magistretti e la celebre sedia spaghetti di Giandomenico Belotti. La lista è lunga, e annovera maestri del calibro di Mario Botta, Alberto Meda, Riccardo Blumer, Jasper Morrison, Michele De Lucchi, James Irvine, Nendo, Philippe Starck, Eugeni Quitllet, PearsonLloyd, Ludovica e Roberto Palomba, Gabriele e Oscar Buratti, Alfredo Häberli, e Sou Fujimoto. A distanza di oltre 40 anni, Alias ha coinvolto un team di creativi e definito la sua nuova identità, che segna un’evoluzione ed è frutto di un lavoro congiunto tra gli architetti e designer David Lopez Quincoces e Francesco Meda in sinergia con lo Studio Temp per la curatela del progetto grafico e dell’identità visiva. Il principio guida del progetto è sintetizzato in “Something Else”: descrive la dupliuce natura funzionale e sperimentale del brand. Ne abbiamo parlato con David Lopez Quincoces e Francesco Meda per saperne di più.

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La Leggera exhibition, Meubles et Fonction Paris, 1997

Che importanza ha il processo di rebranding per un’azienda oggi? È uno strumento centrale per rimanere competitivi?

Ovviamente gran parte del rebranding dipende dall’azienda, ma in linea di massima il suo ruolo ha un valore quando riesce a proiettarti in una situazione contemporanea e futura, mantenendo il rispetto del DNA dell’azienda. Il rebranding deve essere un aggiornamento, non deve snaturare quello che è l’azienda soprattutto quando ha un heritage storico come Alias; deve fare i conti con il suo passato e introdurre nuovi codici coerenti con le fondamenta del brand. C’è sempre qualcosa che va preservato e mantenuto, non è una nuova traiettoria che ricomincia da zero.

La nuova identità grafica di Alias è firmata da Studio Temp, una delle realtà creative più interessanti in Italia. Come è nata questa collaborazione?

La collaborazione con Studio Temp è nata qualche anno fa con un altro progetto per un’azienda di arredamento. Ci piace lavorare con questa realtà giovane perché abbiamo la stessa visione e la stessa sensibilità in termini di progetto e visione creativa. Quando si lavora con brand importanti e storici bisogna saper prestare attenzione e avere rispetto di un passato consistente e essere in grado di valorizzarlo. Nel costruire una nuova identità bastano davvero piccoli cambiamenti che a livello visivo possono produrre risultati sorprendenti. La capacità di Studio Temp è proprio quella di partire dall’analisi del brand e dal suo archivio per poi creare nuovi codici a partire da quelli già esistenti. La loro bravura sta nel sapere reinterpretare in modo contemporaneo ciò che è passato, attualizzandolo. Con Studio Temp si è creato uno scambio fatto di sinergia, in cui avviene un continuo confronto a livello grafico e creativo, nel quale si impara vicendevolmente.
 

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In che modo l’heritage dell’azienda incontra la nuova identità di Alias?

Alias in passato ha da sempre coinvolto professionisti di varie categorie, dall’architetto all’artista, per cui il brand ha avuto un livello altissimo di cultura. In un certo senso la nuova identità vuole mantenere questo aspetto fortemente iconico e con riferimenti colti, ma allo stesso tempo mantenere un atteggiamento ironico volto a quello che definiamo “Something Else”. La nuova identità include tutti gli aspetti della storia del brand e dei suoi valori originari in una chiave leggera e divertente come sono le figure del cowboy e gli avatar insieme ad altri elementi. In questo modo l’identità vuole rispecchiare lo sguardo pionieristico del brand e il suo continuo divenire e rimanere contemporaneo, guardando comunque al passato.

“Something Else” è il principio cardine del nuovo corso dell’azienda, che testimonia la volontà di procedere sui binari della funzionalità e della sperimentazione creativa. Quanto è importante essere diretti nelle attività di comunicazione?

Gioca un ruolo fondamentale. Fin da subito tutto il team di Alias, della comunicazione e in generale tutte le persone coinvolte hanno sposato totalmente questo mantra. “Something Else” non significa fare a tutti i costi qualcosa di diverso e sovversivo, ma è un monito a mettersi sempre in discussione, per spingersi oltre e non accontentarsi. “Something Else” non significa guardarsi intorno per vedere quello che fanno gli altri, ma auto-interrogarsi per avere un’identità definita e coerente in grado di differenziarsi. In questo modo “Something Else” è per noi un manifesto di vita che va oltre al puro progetto o prodotto. Ci spinge a essere diversi, ma allo stesso tempo a non prenderci troppo sul serio.





Tag: Alias Studio Temp Interviste



© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 12 maggio 2023

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