Biennale Architettura 2023: l’installazione immersiva di Parasite 2.0 per Crash Baggage

“L’installazione crea un forte contrasto tra l’interno veneziano con i suoi grezzi mattoni ed intonaci e una serie di oggetti morbidi, lucidi e pneumatici, la cui estetica ricorda scenografie cinematografiche di una fantascienza d’altri tempi, in una sorta di futuro primitivo”. Descrivono così i Parasite 2.0, agenzia di design e ricerca composta da Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo, l’installazione site-specific realizzata per Crash Baggage, il brand di valigie dal design ammaccato, in occasione della 18esima Biennale Architettura di Venezia.



“Lunar”, questo il titolo del progetto immersivo, mette al centro una tecnologia brevettata unica che consente ai trolley di Crash Baggage di muoversi in modo silenzioso: merito dei materiali con cui è costruito lo pneumatico, che riduce le vibrazioni a contatto con i diversi tipi di suolo.

L’installazione è allestita nel cuore del sestriere Arsenale, dove attraverso un labirinto tortuoso il suono viaggia su onde diverse creando echi e propagandosi tra le vecchie pareti umide in mattoni. Lo spazio è composto da oggetti pneumatici gonfabili e luci: al centro è posizionata una ruota che sembra fluttuare nella sua leggerezza, richiamando dimensioni inesplorate dell’universo. La nuova capsule collection di Crash Baggage è incastonata in rocce meteoritiche e nicchie che ricordano gli interni di navicelle spaziali. È declinata in quattro tonalità: Sunset, Galaxy, Infinity Black, Silver Moon che, con le loro sfumature gradient effect, evocano proprio i paesaggi lunari.



“Ho creduto in questo progetto sin dall’inizio”, ha detto Francesco Pavia, founder di Crash Baggage. “Nel mondo della valigeria c’è la forte necessità di evoluzione nel settore degli accessori ed in particolar modo in quello delle ruote. Questo può accadere se si decide di investire nell’innovazione utilizzando tecnologie inedite. Crash Baggage ha deciso di farlo lanciando Lunar. Si tratta di un’idea davvero rivoluzionaria che con il suo approdo sul mercato può portare alla soluzione di problemi aperti da diverso tempo: da quello dell’inquinamento acustico a quello del danneggiamento del suolo pubblico, temi strettamente legati alla città di Venezia. Inoltre sono molto fiero del fatto che i partner che mi hanno guidato, accompagnato e creduto in questo progetto, dall’inventore della ruota: Adriano Bucchia, ai fornitori produttivi, il Gruppo Favaron, siano dei player strettamente legati al territorio con i quali abbiamo lavorato fianco a fianco per più di due anni.”