La prima edizione di oggetti del collettivo (anonimo) Genos

Non si sa chi siano, né quanti: i componenti di Genos sono un mistero che neanche durante il loro primo evento di lancio verrà svelato. Genos Parking - dove la Edition One di cinque oggetti viene presentata in anteprima allo Spazio Fonte dal 12 al 14 settembre - porta infatti in superficie il lavoro “sotterraneo” che Genos ha coltivato negli anni, senza però rivelare le identità dei membri del gruppo, che tra loro si identificano come Monadi. Per quanto partecipative, le monadi di Genos sono senza volto e parlano come unica voce collettiva, e allo stesso modo gli oggetti che disegnano sono eterogenei, ognuno diverso dagli altri e parte di un’identità sempre mutevole e dinamica.

Sotto la terra di Milano si nasconde un mondo diverso e da interpretare: un ambiente e un’immagine visiva che affascinano Genos, le cui Monadi emergono come underdogs proprio da un sottosuolo metaforico del mondo del progetto. L’installazione site-specific presso Spazio Fonte, dal titolo Genos Parking, replica l’ambientazione di un parcheggio sotterraneo, dove i vari elementi della collezione sono esposti come automobili parcheggiate e dove gli elementi come i biglietti, le sbarre, le linee di demarcazione o i segnali, sono banali e allo stesso tempo puntualmente funzionali.


"How Dare You" chair & "Future" stool - Foto di Louis De Belle

L’Edition One riflette temi cari al brand, tra cui la presenza determinante dei giovani all’interno di questo di panorama, l’individualità multipla e l’accettazione, e così anche i prodotti propongono molteplici chiavi di lettura. In mostra si possono vedere: la sedia “How Dare You”, il tavolino “Scattered Minds”, lo specchio “Objects in the Mirror Are Closer Than They Appear”, il tavolino “Post-humanity” e lo sgabello “Future”.