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Come sarà il Villaggio Olimpico dello Scalo di Porta Romana

Milano — 05 ottobre 2023

Abbiamo visitato in anteprima il cantiere dell’area che ospiterà gli atleti durante Milano-Cortina 2026, che rivoluziona il quartiere a partire da un progetto di street art.

Questa settimana è tornata visibile a tutti i milanesi una delle due grandi pareti che costeggiano il cavalcavia di via Ripamonti, sulla sinistra andando verso sud, che alle sue spalle nasconde il cantiere del Villaggio che ospiterà gli atleti durante le olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Qui è stata completata una grande opera di arte urbana a cielo aperto che celebra i valori olimpici e paralimpici, alla quale hanno lavorato 20 artisti selezionati da Brand for the City. Il murales, realizzato dagli artisti del collettivo Stradedarts in tre giorni di lavoro, si compone di 20 sezioni destinate ad ognuno come spazio per interpretare secondo la propria sensibilità artistica questi valori, sportivi e universali: Peace, Inclusivity, Fairness, Human Rights, Freedom, Individual Expression, Effort, Courage, Determination, Inspiration, Equality.

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Il pretesto per spostare l’attenzione sull’avanzamento del cantiere per il Villaggio Olimpico è calzato a pennello: si comincia a vedere la configurazione di questo nuovo spazio, molto ampio, che si inserirà praticamente in pieno centro città. Sei palazzine residenziali di quattro piani sono ormai diventate dei volumi che restituiscono quello che effettivamente sarà, mentre un piccolo scorcio sul passato industriale dell’area - dove si trovavano molte officine di riparazione dei treni - lo continueranno a rivelare le due facciate di un grande e basso edificio, dove durante l’evento olimpico sorgerà la mensa. 

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Il Villaggio Olimpico in quanto tale avrà poi vita breve: l’intero progetto è destinato a ospitare il più grande studentato d’Italia realizzato in Edilizia Residenziale Sociale, con circa 1.700 posti letto convenzionati, e con l’obiettivo di renderlo un modello di studentato replicabile su scala nazionale - oltre che modello di sviluppo e progettazione integrata per le strutture che ospitano i grandi eventi.

Circa metà dello spazio, poi, sarà occupato da aree di verde pubblico e attrezzato, progettate dall’architetto Michel Desvigne, in coordinamento con il masterplan generale di Outcomist, la cui parte paesaggistica è curata dall’architetto Elizabeth Diller, progettista dell’Highline di New York, con l’obiettivo di creare un luogo fruibile dagli studenti e dalla cittadinanza, in armonia con le altre strutture dello Scalo e con la città.





Tag: Architettura Milano Rigenerazione urbana



© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 05 ottobre 2023

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