La nostra selezione di mostre e appuntamenti da non mancare questo mese.
Parma: “Keith Haring - Radiant Vision”
Oltre 130 opere del più celebre artista pop degli anni ’80, provenienti da una collezione privata, tra litografie, serigrafie, disegni su carta e manifesti, illustrano l’intero arco della breve ma prolifica carriera di Haring, esaminando diversi aspetti della vita e della produzione dell’artista, tra cui i disegni in metropolitana e la street art, le mostre in alcune delle più famose gallerie di New York, il Pop Shop e il suo lavoro commerciale. Il progetto espositivo vuole essere un tributo all’artista, appassionato sostenitore della giustizia sociale e che si è sempre dedicato ai giovani di tutto il mondo, sostenendo la loro salute e i loro diritti e supportando al contempo il loro sviluppo creativo. Nel corso della sua breve carriera, Keith Haring (1958-1990) ha riscritto le regole dell’arte contemporanea, integrando le arene apparentemente discrete della grintosa controcultura del centro di New York e quelle dell’aristocrazia artistica dei quartieri alti. Dipinti, stampe, poster, disegni, sculture e street art, lo stile di Haring è inconfondibile. Si è fatto conoscere attraverso la sua arte, lottando in difesa dei diritti civili e contro le discriminazioni. Nonostante il denso significato di tutte le sue opere, molte sono prive di una spiegazione e soprattutto sono senza nome, questo per lasciare al pubblico un ruolo attivo nella creazione dell’opera, al passo con l’artista stesso.
Dove: Palazzo Tarasconi
Quando: Fino al 4 febbraio 2024
© William Fernando Aparici
Milano: “Visibile/Invisibile. Tecniche della Meraviglia”
A cura di Francesca Alfano Miglietti e prodotta da Casa degli Artisti e Associazione Atelier Spazio Xpò, la mostra vede protagonisti i sei giovani artisti Florentin Aisslinger (per il Nuovo Grand Tour), Lan Gao, Olmo Gasperini, Marco Paganini, Dario Pruonto e Alessia Rosato e i tre artisti tutor internazionali Cesare Fullone, Giuliana Cuneaz e Antonio Marras, che hanno preso parte alla residenza iniziata a settembre negli atelier di Casa degli Artisti. Il tema dell’esposizione nasce dall’esigenza di mostrare opere che riflettono sui temi artistici e sociali più innovativi e discussi degli ultimi decenni, ovvero quella dell’invisibilità. Si parla di tematiche sociali ed esistenziali, tematiche che riguardano l’essere umano tanto quanto l’ambiente, che assumono le caratteristiche di una visione totalizzante, tale da diventare praticamente invisibile. Ecco a cosa serve concentrarsi sulla meraviglia, ma non una meraviglia colta o sofistica, non quella che si conosce nelle favole che ci porta a credere cose che non sono immaginabili, bensì una meraviglia ingenua, incantata, la meraviglia delle cose semplici, come le stelle e il mare, che non stanca mai. Le opere in mostra nascono da una naturale voglia di lasciarsi incantare da ciò che ci circonda attraverso il “tentativo di dare forma all’invisibile”.
Dove: Casa degli Artisti
Quando: Fino al 21 gennaio 2024
Milano: “Filippo Panseca - Forme a futura memoria”
La mostra a cura di Achille Bonito Oliva e Valentino Catricalà, rilegge il complesso lavoro del noto artista siciliano. Fra arte, design e scenografia, la mostra ripercorre il lavoro di Filippo Panseca: dalle prime opere cinetiche degli anni Sessanta, passando ai “progetti biodegradabili” degli anni Settanta, dalle sperimentazioni tecnologiche fino ai progetti di design e alle scenografie. Nato a Palermo nel 1940, l’artista di primo piano negli anni Sessanta e Settanta è stato uno dei pionieri dell’arte digitale in Italia, delle tematiche legate all’ambiente, di riflessioni sulla nuova società dell’informazione. All’interno della mostra, tra le opere esposte, sfere, quadri, opere cinetiche e, nello specifico, SWART Art o Mat, il distributore automatico di opere d’arte digitali e il racconto della Vittoria alata, effimera e biodegradabile, della statua di Napoleone di Canova, esposta nel cortile dell’Accademia di Brera. Attraverso documenti inediti, si mette in risalto la grande attività espositiva che lo ha visto partecipare alle Biennali di Venezia, a due Triennali di Milano, alla Quadriennale di Roma e a mostre presso gallerie quali Il Naviglio, Apollinaire, L’Obelisco.
Dove: ADI Design Museum
Quando: Fino al 21 gennaio 2024
© Carlo Favero
Bologna: “Luisa Aiani e Ico Parisi - Positano”
Il progetto espositivo di Palazzo Bentivoglio a cura di Davide Trabucco presenta un intero ambiente progettato da Luisa Aiani e Ico Parisi: la camera Positano, disegnata dalla coppia per l’azienda romana MIM - Mobili Italiani Moderni nel 1958, un’azienda che rappresenta un’eccezione all’interno del design, essendo uno dei pochi marchi non lombardi a imporsi nel panorama internazionale della produzione di mobili. I passanti di via del Borgo di San Pietro 3A possono ammirare fino al 20 gennaio 2024 nella vetrina su strada questo lavoro firmato da una coppia ingiustamente dimenticata della storia del design del secondo Novecento. La camera fa parte di una serie di mobili di MIM dedicata ai luoghi di villeggiatura italiani, di cui oltre a Positano, fanno parte, sempre disegnati da Aiani e Parisi, i tavoli Rio e Limonta e la libreria Lerici. La volontà curatoriale di attribuire la paternità del lavoro anche a Luisa Aiani, chiamata con il suo cognome e non con quello acquisito, si iscrive all’interno del lungo percorso critico che ha visto nel corso degli anni il riconoscimento alle figure femminili, di importanti sodalizi di vita e professionali, del ruolo non solo di assistenti, ma di vere e proprie comprimarie.
Dove: garage BENTIVOGLIO
Quando: Fino al 20 gennaio 2024
Milano: “Richard Zinon - IX”
Prima personale del pittore britannico Richard Zinon negli spazi milanesi di Cadogan Gallery, che presenta una nuova serie di opere di grande formato dalle pennellate ampie e fortemente gestuali, riflessione profonda sull’atto stesso del dipingere. A metà strada tra l’action painting di Jackson Pollock e le composizioni calligrafiche orientali sumi-e, quella di Zinon è un’arte profondamente dinamica ed energica, in cui segni possenti trovano spazio su strati di campiture dai toni caldi, che invitano lo sguardo dell’osservatore a partecipare a un gioco continuo tra solidità e ariosità. I tratti dell’artista vogliono richiamarsi all’energia intima di ognuno di noi, con una tecnica affinata negli anni che genera le circostanze perfette perché le pennellate colpiscano la tela in modo leggero, potente e armonico. Il titolo dell’esposizione fa riferimento alla branca esoterica della numerologia secondo la quale questo numero è particolarmente potente. La mostra diventa in questo modo il simbolo di un’apertura verso l’ignoto, verso un futuro che non si è ancora in grado di vedere nitidamente, ma che è presente, e sta arrivando.
Dove: Cadogan Gallery
Quando: Fino al 15 febbraio 2024
Courtesy l'artista / the artist e /and Fondazione ICA Milano, ph. © Dario Lasagni
Milano: “Michael Stipe - I have lost and I have been lost but for now I'm flying high”
Grande mostra personale di Michael Stipe, poliedrico artista visivo e leader iconico della band R.E.M. Il progetto - concepito appositamente per Fondazione ICA Milano - è curato da Alberto Salvadori, direttore dell’istituzione. La mostra si concentra in parte sul ritratto, interpretato attraverso un ampio ventaglio di linguaggi: dalla fotografia alla ceramica, dalla scultura alle opere audio. Sono presentate oltre 120 opere, tra cui alcune mai esposte prima e altre di recente produzione. La selezione che ne risulta restituisce nel dettaglio gli ambiti della ricerca artistica di Michael Stipe. Il progetto intreccia i concetti di omaggio e vulnerabilità, tematiche insite nella rappresentazione figurativa e non condotta da Stipe sull’essere umano. Il titolo della mostra emerge da una conversazione tra il curatore e l'artista, in cui Stipe identifica la vulnerabilità come forza propulsiva, sfidando radicalmente le considerazioni convenzionali che la connotano negativamente come una responsabilità da assumersi o una debolezza. Al contrario, nel caos accelerato della vita contemporanea, Stipe identifica la vulnerabilità come un potente strumento di sopravvivenza e un approccio filosofico più ampio per tracciare nuovi percorsi.
Dove: Fondazione ICA Milano
Quando: Fino al 16 marzo 2024
Brescia: “Roberto Juarez - 80's East Village Large Works on Paper + Downtown amigos y amigas”
Prima mostra personale in Italia dell'artista Roberto Juarez con il gruppo composto da Stephen Barker, Arch Connelly, Donna Francis, Jeff Perrone, Elaine Reichek, Mark Tambella e Jimmy Wright. La mostra è curata da Fabio Cherstich e indaga la scena artistica newyorkese degli anni '80. Il palcoscenico è Manhattan con un focus sull’East Village, in un dialogo corale scaturito da un prezioso corpus di grandi lavori su carta di Roberto Juarez. Realizzati tra il 1981 e il 1985 e riscoperti dall'artista nel suo studio di Columbia Country durante il lockdown, dopo 40 anni, continuano a emanare l'energia irruente della città nel suo culmine creativo. Giunto a New York nell'inverno del 1980, il giovane Roberto Juarez si impose immediatamente nella scena artistica downtown, unendo il neo- espressionismo a un immaginario influenzato dalla sua identità queer. Le radici metà messicane e metà portoricane dell'artista giocano un ruolo fondamentale nella scelta dei soggetti e dei colori, aggiungendo un ulteriore strato di significato al suo lavoro. A fare da prologo a questo focus sui disegni di Roberto nasce la seconda mostra, "Amigos y Amigas," una collettiva che celebra gli artisti che, uniti dall'amicizia e insieme a Juarez, contribuivano alla vibrante scena artistica e culturale dell'East Village.
Dove: APALAZZOGALLERY
Quando: Fino al 3 febbraio 2024
© Fabio Mantegna
Milano: “Motherboy”
Importante mostra collettiva nata dal dialogo tra la curatrice Stella Bottai e l'artista Gray Wielebinski attorno alla nozione del cosiddetto “mammone”, un concetto che le loro proprie esperienze, rispettivamente come madre e figlio, celebrano, criticano e riconfigurano. La mostra attinge alle teorie queer, femministe e psicoanalitiche sul rapporto tra madri e figli – rapporto che é carico di grande intensità e simbolicamente ricco – per affrontare i temi del sacrificio, della co-dipendenza, del desiderio, dell’identità, della negazione, delle gerarchie, della possessività e del tradimento. Motherboy riprende la strana convergenza di potere codificata in questo concetto – il lavoro sottovalutato, spesso invisibile, della madre versus il destino privilegiato e viziato del “mammone” – trattandola come punto di partenza per una critica politica più ampia. La mostra presenta opere nuove e recenti, selezionate in stretto dialogo con gli artisti partecipanti (Sophia Al Maria; Jonathan Lyndon Chase; Patrizio Di Massimo; Bracha L. Ettinger; Hadi Falapishi; Jes Fan; Apostolos Georgiou; Allison Katz; Leigh Ledare; Maia Ruth Lee; Gaetano Pesce; Jenna Sutela; Gray Wielebinski; Kandis Williams; Bruno Zhu). Spaziando tra pittura, collage, scultura, video e installazione, l’allestimento articola diverse atmosfere sui tre piani della galleria. Tra i leitmotiv del percorso visivo ed espositivo sono le posture e gli atteggiamenti del corpo, che amplificano il significato di determinate azioni – come stare in piedi, mettersi in posa, dormire, colpire o abbracciare – in connessione con le gerarchie interpersonali e il linguaggio emotivo.
Dove: Gió Marconi
Quando: Fino al 17 febbraio 2024
Verona: “Robert Doisneau”
La suggestiva cornice del Palazzo della Gran Guardia a Verona ospita una grande retrospettiva su Robert Doisneau (1912-1994) che racconta oltre cinquant’anni di carriera di uno dei più grandi fotografi del XX secolo, considerato uno dei padri della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. L'obbiettivo di Doisneau conduce il visitatore in un’emozionante passeggiata per le strade del centro e della banlieue di Parigi, lungo la Senna, nei bistrot e nelle gallerie d’arte, immortalando col suo sguardo unico le donne, gli uomini, i bambini e gli innamorati parigini e poi gli amici artisti, scrittori e poeti. Tra i capolavori esposti, anche Le baiser de l’Hôtel de Ville del 1950, che ritrae una giovane coppia che si bacia davanti al municipio di Parigi mentre la gente cammina veloce e distratta. Una foto iconica, accompagnata da più di altri centotrenta scatti ad un tempo leggeri e profondi, ironici e commoventi.
Dove: Palazzo della Gran Guardia
Quando: Fino al 14 febbraio 2024
Milano: “Mario de Biasi - Vita d’artista”
Nel centenario della nascita, la rassegna pone in luce la grande statura artistica del fotografo bellunese, statura cui con tutta evidenza è legata la sua importanza di fotogiornalista, dal momento che solo chi sia in possesso di un naturale talento per la composizione e le geometrie costruttive come era il suo può poi riuscire a rappresentare gli eventi storici con tanto realismo e nitida chiarezza. Sono in mostra immagini tratte dal repertorio delle fotografie di natura, che tanto appassionavano De Biasi e che rendono una testimonianza genuina del suo alto talento compositivo, assieme a scatti di reportage in cui l’elemento estetico, stilistico e costruttivo riveste un carattere evidentemente primario. Opere straordinarie, come le geometrie sul sagrato del Duomo con la neve (1951) o una sublime Brigitte Bardot del 1958, o il piccolo gioiello delle impronte sulla neve del ’64, tanto caro a Bruno Munari, o uno scatto dal primo reportage del 1953 sull’alluvione in Olanda in cui pare di vedere i personaggi di Bruegel il Vecchio. Queste immagini, e quelle sulla natura, sono articolate senza distinzione tematica in un unico allestimento continuo, a evidenziare uno stile che rende le due espressioni manifestazione coerente della stessa grande personalità. Tutte le 34 opere presentate sono in edizione vintage. Non esposta ma visibile su richiesta, una bellissima stampa d’epoca dello scatto Gli Italiani si voltano, del 1954.
Dove: Galleria 70
Quando: Fino al 9 marzo 2024
© Ugo Carmeni
Padova: “Esther Stocker - Uno scenario mentale”
Mostra personale di Esther Stocker (Silandro - BZ, 1974), a cura di Riccardo Caldura, le cui opere – come prevede l’approccio dell’istituzione padovana – vengono messe in dialogo con alcuni lavori, non ancora esposti, parte della collezione dell’istituzione, raccolti in un focus dal titolo ORDITI DELLA RAZIONALITÀ a cura dello stesso Caldura. UNO SCENARIO MENTALE presenta nella navata dell’ex chiesa una serie di tele e sculture di recente produzione, alcune concepite e realizzate per questa occasione, dell’artista altoatesina che oggi vive e lavora in Austria, opere che contengono tutti gli elementi caratterizzanti il suo lavoro ma portati all’estremo. Contraddistinte da uno studio accurato delle relazioni formali primitive, delle griglie geometriche, della misurazione spaziale, le opere esposte in questa occasione sembrano mettere in atto un vero e proprio collasso strutturale, una decostruzione e polverizzazione delle regole geometriche.
Dove: Fondazione Alberto Peruzzo
Quando: Fino al 3 marzo 2024
Reggio Emilia: “Marionette e Avanguardia: Picasso, Depero, Klee, Sarzi”
La mostra, a cura di James Bradburne, si sviluppa attorno al concetto di “quarta parete”, ovvero la capacità di coinvolgimento emotivo di uno spettacolo ben riuscito, capace di immergere lo spettatore nella storia messa in scena. Quando una marionetta o un burattino rompe la quarta parete, conquista la fiducia del pubblico, dando allo spettacolo il potere di sfumare quella divisione tra palcoscenico e mondo, tra arte e vita. A capirlo sono stati quegli artisti – protagonisti del mondo dell’Arte e Teatro di figura, tra cui Pablo Picasso, Otello Sarzi, Enrico Prampolini e Fortunato Depero, Paul Klee – che, piuttosto che liquidare le marionette e i burattini (in inglese si usa per entrambi il temine puppets) come semplici giochi per bambini, hanno preso sul serio il loro entusiasmo e hanno guardato al “gioco creativo” come a una fonte di ispirazione estetica per cercare nuove modalità di espressione visiva. Due palcoscenici, una baracca e un castelet, allestiti nelle sale a piano terra, consentiranno a tutti i visitatori di cimentarsi con il teatro di figura. Grazie alla collaborazione con la compagnia Carlo Colla di Milano e l’Associazione 5T di Reggio Emilia, un ricco programma di micro-spettacoli, interpretati da professionisti, animerà i fine settimana per tutta la durata della mostra. Vedendoli all’opera c’è da chiedersi: “I burattini vanno in paradiso quando muoiono?”, domanda del tutto naturale, collocandosi i puppets in una zona grigia, tra creature viventi e oggetti inanimati.
Dove: Palazzo Magnani
Quando: Fino al 17 marzo 2024
© Carlotta Coppo
Milano: “Rodin e la danza”
La mostra al MUDEC è resa possibile grazie alla collaborazione con il Museo Rodin di Parigi da cui provengono 53 opere; racconta il fascino e il fortissimo imprinting creativo che la danza ebbe sul genio artistico di Auguste Rodin. Un circolo virtuoso in cui, da un lato la danza fu musa ispiratrice per l’artista nei primi del Novecento, dall’altro la danza contemporanea trova ancora oggi ispirazione dall’artista attraverso le sue opere ‘danzanti’, uniche e così attuali. La mostra – il cui allestimento scenografico multimediale e interattivo è stato disegnato e realizzato dallo studio di design Dotdotdot – diventa un’occasione per fare un viaggio straordinario nel mondo della danza attraverso una selezione video riferita alla coreografia contemporanea e ad artisti coreografi che hanno tratto ispirazione da Rodin per le loro rappresentazioni. Il dialogo continuo tra le sculture di Rodin e l’apparato multimediale e digitale, insieme all’allestimento immersivo, creano un costante gioco di rimandi visivo e simbolico. Le tre sezioni di mostra, attraverso un complesso e accurato lavoro a sei mani, sono curate rispettivamente da Aude Chevalier, assistente conservatrice del dipartimento di sculture del Museo Rodin, Cristiana Natali, docente di Antropologia dell’Asia meridionale, Antropologia della danza e Metodologie della ricerca etnografica presso l’Università di Bologna ed Elena Cervellati, professoressa associata di Storia della danza e Teorie e pratiche della danza presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.
Dove: MUDEC
Quando: Fino al 10 marzo 2024
Verona: “Bruno Munari - La leggerezza dell’arte"
Progetto espositivo inedito curato da Eataly Art House – E.ART.H. e dedicato a Bruno Munari, tra i principali protagonisti della scena culturale italiana del Novecento, la cui eredità artistica e intellettuale, a 25 anni dalla scomparsa, continua a ispirare generazioni di creativi in tutto il mondo. Curata da Alberto Salvadori e Luca Zaffarano, con la collaborazione di Repetto Gallery di Lugano, la mostra sarà aperta al pubblico gratuitamente presso gli spazi dell’Art House al primo piano di Eataly Verona. Il progetto espositivo ripercorre le tappe fondamentali di una carriera vocata alla sperimentazione, che ha attraversato l’intero Novecento lasciando un corpus di opere quanto mai vario e innovativo. La mostra fornisce una chiara lettura dei processi creativi alla base della poetica di Munari e delle forme spettacolari e giocose con le quali l’artista si è sempre rivolto a un pubblico indifferenziato, grazie a una combinazione sapiente di arte, tecnica e spirito ludico. La mostra prevede anche un ciclo di laboratori educativi dedicati al pensiero progettuale creativo dell’artista, sintetizzato nel celebre Metodo Munari, curati dall’Associazione Bruno Munari e progettati da Silvana Sperati, strutturati per fasce d’età e aperti alle scuole di ogni ordine e grado e alle famiglie.
Dove: Eataly Art House - E.ART.H.
Quando: Fino al 31 marzo 2024
Tag: Mostre Fuorisalone tips
© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 08 gennaio 2024