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Le mostre e gli eventi da non perdere a marzo

Lifestyle — 04 marzo 2024
Bruno Munari, Alfabeto Lucini, 1984, sculture a tecnica mista © Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.

La nostra selezione di mostre e appuntamenti da non mancare questo mese.

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Palermo: “Jago - Look Down”

Un bambino di marmo bianco, rannicchiato in posizione fetale, è posizionato da oggi al centro del Cortile Maqueda del Palazzo Reale di Palermo, rivolto verso uno dei luoghi spirituali più importanti al mondo, la Cappella Palatina, simbolo della convivenza tra culture e religioni diverse. Si tratta della celebre opera “Look Down”, chiaro invito a “guardare in basso”, realizzata da Jago e voluta a Palermo dalla Fondazione Federico II. Il “feto” rappresenta lo sguardo dell’arte rivolto ai più fragili, in antitesi all’indifferenza. Lo scultore italiano, considerato uno dei più grandi artisti del panorama nazionale e internazionale. L’opera rimarrà esposta fino al 3 giugno prossimo. Jago riesce ad imprimere straordinaria umanità alle sue opere. Palazzo Reale, Patrimonio mondiale dell’Umanità, è certamente un luogo adatto per l’allestimento. Si crea un rapporto quasi naturale tra l’opera e il contesto, un dialogo non solo concettuale ma anche visivo tra l’opera e l’antica bellezza architettonica del luogo. L’opera fornisce uno specchio contemporaneo attraverso il quale i visitatori possono elaborare le sfide dei giorni nostri. La presenza dell’opera nel Palazzo Reale diventa un’occasione per esplorare i temi sociali proposti dall’artista. 

Dove: Palazzo Reale
Quando: Fino al 3 giugno 2024


albini
 

Prato: “Walter Albini - Il talento, lo stilista”

La Fondazione Museo del Tessuto celebra lo stilista Walter Albini con una grande mostra curata da Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini. Si tratta del risultato di un intenso lavoro di studio e ricerca condotto dal Museo sull’intera vicenda professionale di Albini, assoluto protagonista della moda italiana tra la fine degli anni Sessanta e i primi Ottanta del Novecento. L’attività di ricerca che sta alla base del progetto espositivo e del catalogo che lo accompagna nasce in seguito a una cospicua donazione che il Museo ha ricevuto a più riprese tra il 2014 e il 2016: un ricco fondo di bijou, bozzetti, disegni, fotografie, documenti, libri, appartenuti proprio a Walter Albini, che documentano la grande capacità creativa e progettuale di questo straordinario creatore di moda, dal periodo giovanile (1959) fino alla sua scomparsa (1983). Questo fondo archivistico, finora del tutto inedito, testimonia puntualmente il percorso professionale di Albini: la prima attività come illustratore di riviste di moda, i lavori per Krizia, Baldini e per i brand che hanno sfilato in Sala Bianca a Firenze, fino alla creazione del proprio marchio e oltre. Alla ricognizione complessiva dei materiali confluiti nelle collezioni del Museo si è affiancata la ricerca presso altri corposi fondi e archivi, sia pubblici che privati, tra i quali spicca quello detenuto dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma e l’Archivio storico Camera Nazionale della Moda Italiana conservato presso l’Università Bocconi. Questo puntuale lavoro di studio ha portato a una rilettura complessiva dell’intero percorso professionale di Albini e ha delineato un ritratto molto più preciso e in molti casi sconosciuto dello stilista.

Dove: Fondazione Museo del Tessuto
Quando: Dal 23 marzo al 22 settembre 2024


galleria milano
 

Milano: “Alexander e Sasha Brodsky. Piazza senza nome”

In concomitanza con l’apertura della sede della neonata Fondazione Galleria Milano, sarà presentata al pubblico lunedì 18 marzo 2024 Alexander e Sasha Brodsky. Piazza senza nome, una mostra nata dalla collaborazione tra l’architetto e artista russo Alexander Brodsky (Mosca, 1955) e il figlio artista visivo, stampatore e musicista Sasha (Mosca, 1995), attivo a Brooklyn, New York. In programma fino all’8 giugno 2024, la mostra presenterà una grande installazione in terra cruda, a cui non sarà possibile accedere se non da delle finestre progettate sulle pareti dell’installazione stessa. Al centro di questa piazza deserta tre obelischi, uno in fila all’altro: l’opera, accompagnata da disegni e incisioni, riflette sulla solitudine dell’individuo nel contesto urbano, solo all’apparenza collettivo. L’idea è quella di restituire un’architettura a matrioska, che va confondendosi in un vertiginoso gioco di prospettive, in cui lo spazio della città immaginata si trova all’interno dello spazio dell’installazione, che a sua volta è all’interno di quello della fondazione. Ma la riflessione dei Brodsky si amplia ulteriormente, includendo l’intero palazzo di via Romili in relazione al quartiere e alla città in cui si trova e nel cui cambiamento ed espansione, rientra anche l’intera scena globale del XXI Secolo. Infine, lo stesso cambiamento interessa l’identità della Fondazione Galleria Milano, che tra conservazione del passato e futura sperimentazione inaugura la sua attività.

Dove: Fondazione Galleria Milano
Quando: Dal 18 marzo all’8 giugno 2024


munari
Bruno Munari, Autoritratto, 1968, xerografia su carta. Courtesy kauffmann repetto , Milan New York @ Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini Srl
 

Parma: “Bruno Munari. Tutto”

La più grande mostra italiana su una delle più iconiche figure del design e della comunicazione visiva del XX secolo – Bruno Munari – realizzata dopo le memorabili esposizioni della Rotonda della Besana (2007) a Milano, e dell’Ara Pacis (2008) a Roma.  Nella celebre Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo presso Parma, dal 16 marzo al 30 giugno 2024 viene così celebrato uno dei più grandi geni creativi del Novecento, definito da Pierre Restany il Leonardo e il Peter Pan del design italiano. Nella mostra sono concentrati settant’anni di idee e di lavori – Munari aveva iniziato la propria attività durante il cosiddetto Secondo Futurismo, attorno al 1927 – in tutti campi della creatività, dall’arte al design, dalla grafica alla pedagogia: proprio per la difficoltà di dirimere chiaramente i territori linguistici da lui affrontati nel corso del tempo, la rassegna non sarà suddivisa per tipologie o per cronologia, ma per attitudini e concetti, in modo da poter mostrare i collegamenti e le relazioni progettuali tra oggetti anche apparentemente molto diversi l’uno dall’altro. Grafica, oggetti, opere d’arte, TUTTO risponde a un metodo progettuale che si va precisando con gli anni, con i grandi corsi nelle università americane e con il progetto più ambizioso, che è quello dei laboratori per stimolare la creatività infantile, che dal 1977 sono tuttora all’avanguardia nella didattica dell’età prescolare e della prima età scolare. Il lavoro di Munari negli ultimi anni è stato oggetto di una rinnovata attenzione, finalmente anche in campo internazionale, dopo i riconoscimenti ottenuti in vita, soprattutto in Paesi quali il Giappone, gli Stati Uniti, la Francia, la Svizzera e la Germania, oltre naturalmente all’Italia.

Dove: Fondazione Magnani-Rocca
Quando: Dal 16 marzo al 30 giugno 2024


andrea gallotti
 

Milano: “Andrea Gallotti - Identità e Differenza”

Mostra personale dell’artista Andrea Gallotti a cura di Barbara Magliocco, l’esposizione organizzata da Zowe Art con il supporto di IMAGO Art Gallery offre al pubblico l'opportunità di immergersi nel mondo artistico di Andrea Gallotti e di esplorare le complesse interconnessioni tra identità, uguaglianza e ripetizione. Il suo gesto pittorico si basa sulla ripetitività, niente è statico, tutto è in divenire nelle sue opere. Ispirandosi alle teorie di Heidegger, la mostra esplora come l'identità si distingua dall'uguaglianza e come la ripetizione possa rivelare invece che cancellare le differenze. La mostra promette di essere un'occasione stimolante per riflettere sul modo in cui percepiamo e comunichiamo le esperienze nella società contemporanea. La ripetizione di un gesto ne svaluta l'importanza? Come percepiamo le ripetizioni? Queste sono alcune delle domande che hanno mosso Gallotti per la realizzazione dei suoi lavori. Quello dell’artista è un gesto semplice e ripetitivo, mai banale che muta impercettibilmente nelle sue opere. Nella ripetizione sono presenti sempre delle variabili, calcolabili e non, che determinano il risultato finale del gesto. 

Dove: Fabbrica del Vapore (Spazio Alveare Culturale)
Quando: Dall’8 al 21 marzo 2024


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Milano: “The New Poetic Activism. Il design italiano alla ricerca degli oggetti inevitabili”

La mostra presenta gli inediti oggetti di un gruppo eterogeneo di designer del nostro tempo, diversi per generazione e approccio progettuale, che trova una comunione d’intenti nel raccogliere i frammenti di un discorso poetico volutamente sincopato, che ha originato progetti semplici, ermetici, sognanti e disubbidienti, comunque sempre dissonanti. I designer in mostra sono: Andrea Anastasio, Federica Biasi, Francesco Binfarè, Andrea Branzi, Maddalena Casadei, Lorenzo Damiani, Michele De Lucchi, Francesco Faccin, Formafantasma, Marta Laudani, Giovanni Levanti, Francesco Librizzi, Raffaella Mangiarotti, Francesco Meda, Elena Salmistraro, Valerio Sommella e Paolo Ulian. La mostra è a cura di Mario Trimarchi e prodotta da ADI Design Museum.

Dove: ADI Design Museum
Quando: Fino al 7 aprile 2024


ugo mulas


Torino: “Ugo Mulas - I graffiti di Saul Steinberg a Milano”

Nel 1961 Saul Steinberg realizza una straordinaria decorazione a graffito dell’atrio della Palazzina Mayer a Milano, su commissione dello Studio BBPR che ne seguiva la ristrutturazione. Un lavoro importante, che seguiva altre analoghe imprese compiute dal grande disegnatore e illustratore negli Stati Uniti nel corso del decennio precedente. A lavoro compiuto, Steinberg chiede a un giovane Ugo Mulas  di testimoniare l’opera, nella sua interezza e nei particolari. Per aiutare il fotografo nel suo lavoro, l’artista redige anche un breve testo che spiega l’iconografia e il senso del suo lavoro, una riflessione sul labirinto a partire dalla Galleria Vittorio Emanuele di Milano, città nella quale Steinberg aveva vissuto prima della guerra. Nel 1997 la palazzina sarà nuovamente ristrutturata, e i graffiti distrutti: oggi, di quello splendido intervento rimangono solo le fotografie di Ugo Mulas, capaci di restituire insieme il documento dell’opera e la sua interpretazione.  La mostra Ugo Mulas / I graffiti di Saul Steinberg a Milano, a cura di Archivio Ugo Mulas e Walter Guadagnini, sarà nella Project Room di CAMERA a partire dal 14 febbraio al 14 aprile 2024 e racconta quella vicenda, riproponendo in scala l’intera decorazione a partire dalle fotografie di Mulas. Una selezione di una quindicina di fotografie – alcune vintage altre stampate per questa occasione – permettono di entrare in profondità nel lavoro di questi due grandi rappresentanti dell’arte del XX secolo, di apprezzare la fantasia iconografica steinberghiana e la lucidità poetica dell’occhio di Mulas.

Dove: CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia
Quando: Fino al 14 aprile 2024


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Faenza: “Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967 – Oltre duecento opere dell’inventore del Made in Italy”

Al grande architetto, artista e designer Gio Ponti, promotore e divulgatore del “fare” italiano, è dedicata la prossima mostra del MIC Faenza che apre al pubblico il 17 marzo. La mostra, a cura di Stefania Cretella, espone in quattordici sezioni oltre duecento opere - tra ceramiche, vetri, arredi e disegni - attraverso le quali viene analizzato, dal 1922 al 1978, il lavoro di Gio Ponti in relazione alla sua visione dell’abitare e di un nuovo vivere moderno. “Impari le cose fatte con le mani. Nulla che non sia prima nelle mani”, questa sua emblematica citazione racchiude il suo pensiero, che fin dagli esordi recupera la tradizione classica (etrusca e romana) e il fare dell’alto artigianato artistico, adattando li al gusto moderno. Ponti è stato una figura chiave nella definizione dello stile italiano non solo attraverso la propria attività progettuale, anche grazie alla fitta rete di relazioni con artisti, industriali e artigiani, ma soprattutto grazie alla direzione di due riviste divenute storiche del settore come “Domus” e “Stile” e alla costante partecipazione a mostre ed esposizioni.

Dove: MIC Faenza
Quando: Dal 17 marzo al 13 ottobre 2024


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Termoli: “Ersilia. Praticare l’altrove”

Il MACTE presenta un progetto che è la materializzazione dell’omonimo podcast prodotto da MACTE Digital – il portale online del museo – ispirato da Ersilia, la città immaginaria raccontata da Calvino ne Le città invisibili. È possibile traslare la narrazione di Ersilia in una città reale? In che modo queste due dimensioni possono coesistere e plasmarsi a vicenda? La spinta, a volte utopica, dei racconti di Ersilia ci pone di fronte alla valenza politica dell’immaginazione e alla sua capacità di trasformare la realtà. Attraverso gli interventi di Aterraterra, Pietro Ballero, Beatrice Celli, Anouk Chambaz, Allison Grimaldi Donahue, Eleonora Luccarini, Alice Pontiggia, Perla Sardella, Teresa Satta e VacuaMoenia, artiste e artisti che hanno immaginato i luoghi, gli abitanti e le condizioni di Ersilia tra discipline e linguaggi molteplici, la mostra mette in circolo sia le pratiche artistiche che le esperienze del pubblico, spingendo ogni partecipante a diventare parte attiva di questo incontro tra realtà e finzione, con l’obiettivo di costruire un racconto collettivo di immaginari condivisi. La mostra è a cura di Alice Labor e Ginevra Ludovici.

Dove: MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli
Quando: Dal 15 marzo al 1 giugno 2024


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Gallarate: “Fashion Illustration. La Moda Missoni interpretata da Gladys Perint Palmer”

L’illustrazione è sempre stato un forte e affascinante strumento di comunicazione. Quelle di moda di Gladys Perint Palmer per Missoni sono un esempio straordinario di come l’arte possa elevare e comunicare l’estetica di un marchio. Rosita Missoni è cresciuta giocando a ritagliare figurini dalle riviste di moda che trovava nell’atelier dell’azienda di famiglia e da allora è sempre stata affascinata dalla capacità delle illustrazioni di moda di proiettarla verso mondi fantastici. Così, anche quando negli anni Sessanta i Missoni iniziarono a commissionare le loro campagne pubblicitarie ai fotografi di moda, Rosita rimase sempre affascinata dalle potenzialità espressive dell’illustrazione, affidando le loro creazioni a Brunetta fino agli anni Settanta, in seguito ad Antonio Lopez negli anni Ottanta e a Gladys Perint Palmer dagli anni Novanta. Rosita e Gladys si conobbero tramite la giornalista di Moda Anna Piaggi che nel 1989, nel periodo delle sfilate milanesi, insieme a Luca Stoppini aveva curato la Mostra Gladys Perint Palmer. Characters. Rosita ne restò entusiasta e propose a Gladys di illustrare i capi delle sue Collezioni, per comunicare il lato allegro e ironico della moda Missoni. Una collaborazione che andò avanti per ben dieci anni e un’amicizia che dura ancora.

Dove: Museo MA*GA
Quando: Fino al 1 settembre 2024


manin
 

Passariano: “Zimoun”

Villa Manin celebra l’artista svizzero Zimoun (Berna, 1977), autore di installazioni visive e sonore dal fascino ipnotico. Realizzate con materiali semplici come scatole di cartone, sacchetti, aste metalliche o di legno, le installazioni dell’artista appaiono come organismi viventi che ci incantano tanto per la dinamica dei movimenti che per i suoni che producono. Il percorso si compone di nove grandi opere che occupano altrettante sale della villa e sono allo stesso tempo creazioni cinetiche e complessi strumenti sonori. Ognuna delle installazioni è composta da elementi modulari azionati da motori elettrici che producono suoni o ritmi ricorrenti. Le opere così realizzate sono in bilico fra creazione naturale e invenzione dell’ingegno, fra studio e caso, fra geometria e astrazione. Esse appaiono come affascinanti creature naturali tanto che chi le osserva è indotto a cercare il principio logico che ne governa il funzionamento come si trovasse di fronte a un nuovo fenomeno della natura. Villa Manin non è una semplice cornice delle opere. Le creazioni ospitate nelle sale  dialogano con l’architettura, con gli stucchi e con gli affreschi alle pareti, così come con i rumori del parco. Le decorazioni della dimora di Passariano sono caratterizzate da forme geometriche ricorrenti che trovano un rimando negli elementi ripetitivi delle installazioni, mentre i profili sinuosi degli stucchi e i colori degli affreschi esaltano per contrasto il carattere modulare e i toni trattenuti delle opere. I battiti, i ronzii, le pulsazioni e i ticchettii prodotti dalle installazioni si confondono con i rumori della natura provenienti dal parco: i cinguettii degli uccelli, il frinire delle cicale, il fruscio del vento, il tambureggiare della pioggia. L’opera di Zimoun è dunque un’opportunità di riscoperta degli spazi della villa, un modo nuovo per visitarla e per avvicinarsi alla natura che la circonda.

Dove: Villa Manin
Quando: Fino al 17 marzo 2024





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© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 04 marzo 2024

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