Una serie di fotografie cattura i segni impressi dall’uomo sugli elementi naturali, rappresentando e concretizzando il tema di questa edizione: Materia Natura.
Un ceppo di legno colto in Val Susa, un blocco di ghiaccio, un blocco di pietra lavica, uno di marmo e una lastra di ardesia: questi cinque elementi sono stati scelti per astrarre il tema lanciato da Fuorisalone per l’edizione 2024, Materia Natura.
A curare la produzione di questo racconto che accompagna visivamente il tema, è Nicola Ricciardi, Direttore Artistico di miart, che ha coinvolto EX., gruppo di ricerca e progettazione che lavora all’intersezione tra arte, paesaggio, tecnologia e architettura, formato dagli architetti Andrea Cassi e Michele Versaci, che hanno lavorato insieme a Giorgio Ferrero (MYBOSSWAS).
©️ EX. (Andrea Cassi e Michele Versaci) e Giorgio Ferrero (MYBOSSWAS) / NContemporary
“Ci sono in gioco diverse sensibilità: l'architettura, la cinematografia, l'arte e il design. L'obiettivo da cui siamo partiti nella costruzione della rappresentazione visiva di Materia Natura è stato quello di unire tutti questi punti di vista e produrre immagini che restituissero queste diverse sensibilità, ma che avessero anche la forza di catturare l'attenzione parlando del tema” - spiega Nicola Ricciardi.
©️ EX. (Andrea Cassi e Michele Versaci) e Giorgio Ferrero (MYBOSSWAS) / NContemporary
La rappresentazione visiva di Materia Natura è quindi composta da una serie di cinque diverse opere fotografiche - più di una proprio per raccontare quanto la materia e la natura siano molteplici e complesse - che rappresentano l’impatto dell’uomo sull’ambiente. Questi elementi naturali iconici ed evocativi portano, così, i segni delle azioni con le quali si trasforma la materia naturale in un oggetto, sintetizzando la manipolazione dell’elemento e mettendo in evidenza lo scarto tra l'intervento umano e la componente naturale.
©️ EX. (Andrea Cassi e Michele Versaci) e Giorgio Ferrero (MYBOSSWAS) / NContemporary
Questo processo viene mostrato nelle immagini con altri occhi, grazie all’utilizzo di luci a frequenze ultraviolette non visibili dagli esseri umani, che pertanto generano altre immagini. In questo dialogo, quindi, è stato coinvolto anche il mondo della scienza, perché i tre autori hanno lavorato con le luci UV proprio per poter restituire colori diversi in grado di corrispondere a lunghezze d'onda differenti, allargando il tema della visione e mettendo in discussione i punti di vista: il risultato è un effetto artificiale, dato da un principio naturale. “Abbiamo esplorato il rapporto tra materia e natura, e allo stesso tempo ci siamo interrogati sulla natura della materia”, dichiara EX.
©️ EX. (Andrea Cassi e Michele Versaci) e Giorgio Ferrero (MYBOSSWAS) / NContemporary
“Il tentativo è stato quello di rappresentare un oggetto semplice fotografandolo nella realtà senza effetti speciali, con una luce che non è propria dello spettro visivo umano. Così facendo, un oggetto banale dove l'uomo ha lasciato il proprio segno, può diventare un oggetto altro, che destabilizza la percezione, come se fosse visto da un altro essere vivente. Il punto di vista unico dell’essere umano viene messo così in discussione” - racconta Giorgio Ferrero.