Fondazione Manifesta 12 Palermo
via Teatro Garibaldi, 46-56 90133 Palermo
Manifesta 12, la dodicesima edizione della Biennale nomade europea di arte e cultura contemporanea arriva a Palermo, capitale della cultura, crocevia di tre continenti.
Dallo scorso 16 giugno fino al 4 novembre 2018, a Palermo, ha luogo Manifesta 12, la dodicesima edizione della biennale nomade di arte e cultura contemporanea. Venti sono le sedi della città scelte per esporre, trentacinque le opere appositamente commissionate e una selezione di cinquanta fra artisti e collettivi.
Fondata nel 1993 dalla storica dell’arte Hedwig Fijen, ancora oggi direttrice, vede coinvolti non soltanto artisti nel senso tradizionale del termine, ma scrittori, architetti e registi, invitati nei mesi precedenti la manifestazione a condurre ricerche sul campo e a sviluppare nuovi progetti lavorando a stretto contatto con art producer, operatori locali e associazioni del territorio.
Il progetto curatoriale Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza si ispira al quadro Veduta di Palermo, del paesaggista siciliano Francesco Lo Jacono, e si compone di tre differenti sezioni: ‘Garden of Flows’ esplora il concetto di tossicità; ‘Out of Control Room’ ha come obiettivo quello di restituire tangibilità alle reti invisibili nel regime dei flussi digitali, e infine, ‘City on Stage’ punta ad abbracciare la natura stratificata di Palermo e incoraggiare una comprensione critica di diversi aspetti della vita contemporanea in città.
Le tre sezioni non sono esposte in sedi artistiche convenzionali o istituzionali, come gallerie o musei, ma in luoghi iconici, alcuni dei quali per la prima volta utilizzati come spazi espositivi.
A Palazzo Butera sono esposte l’installazione dedicata al sincretismo floreale proprio della Sicilia della brasiliana Maria Thereza Alves, l’installazione immersiva con carta da parati e la Public Fruit Map di Palermo del duo di Los Angeles Fallen Fruit, l’opera ambientale e il film in 16 mm dell’artista torinese Renato Leotta, la video installazione incentrata sul valore della memoria e sul potere evocativo della botanica dello svizzero Uriel Orlow e la serie fotografica di piccole polaroid del russo Sergey Sapozhnikov.
La ricerca sugli antichi sistemi agricoli siciliani di irrigazione a secco del collettivo londinese Cooking Sections dà invece la sua raffigurazione a Volpe Astuta, allo Spasimo e al Giardino dei Giusti. A Palazzo Ajutamicristo presenta le documentazioni audio, video e fotografiche tratti gli archivi degli attivisti No Muos elaborati dalla cubana Tania Brughera, il progetto partecipato sui temi della migrazione e dell’identità nell’epoca dei big data del bresciano Filippo Minelli, la visualizzazione di dati in una proiezione del cielo di Palermo tra segnali wireless, satelliti, aerei, condizioni dell’aria e correnti dell’olandese Richard Vijgen.
Palazzo Forcella De Seta accoglie un video e una scultura dedicati al corpo sociale post-coloniale contemporaneo dell’artista franco-algerino Kader Attia, l’installazione video dei Forensic Oceanography, che si propone di documentare le violazioni dei diritti dei migranti che avvengono ai confini marittimi dell’Unione Europea, l’installazione video dell’artista irlandese di computer grafica John Gerrard, la serie di ritratti ispirati alla Carta di Palermo, siglata nel 2015, che affronta i temi dell’integrazione e della cittadinanza dell’olandese Patricia Kaersenhout, l’inchiesta dedicata alle donne rifugiate in Europa fuggite da zone di guerra in Iraq del turco Erkan Özgen, il viaggio narrativo nel paesaggio siciliano della regista Premio Oscar Laura Poitras, che sottolinea la forte presenza delle basi militari statunitensi sull’Isola.
Se Casa del Mutilato ospita la video installazione della spagnola Cristina Lucas, una video installazione a tre canali che mostra tutti i bombardamenti aerei sulle aree civili negli ultimi cinque anni, Palazzo Trinacria quella della russa Taus Makhacheva, che propone il video di una performance sviluppata per la 57° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia.
A Palazzo Costantino sono restituite le rappresentazioni visive dei progetti urbani sviluppati allo Zen, a Pizzo Sella e nella Costa Sud. Rispettivamente l’ideazione di un giardino urbano nel quartiere Zen, a cura del paesaggista e filosofo Gilles Clément, che ha ispirato l’intera biennale con il suo libro “Il Giardino Planetario”, in collaborazione con lo studio di progettazione multidisciplinare Coloco; l’intervento urbano nell’area di Pizzo Sella, a nord di Palermo, del collettivo belga di architetti Rotor; l’intervento ideale nella Costa Sud dell’architetto palermitano Roberto Collovà.
Palazzo Costantino ospita anche la raffigurazione preparatoria e partecipativa delle performance di Jelili Atiku, pioniere della performance art contemporanea in Nigeria, il 15 giugno per le vie della città e dell’italiana Matilde Cassani, il 16 giugno, ai Quattro Canti di Palermo. L’atrio di Palazzo Costantino ospita infine l’installazione multimediale del duo artistico Masbedo, un “video-carro” itinerante che presenta attraverso i suoi schermi i luoghi che hanno accolto set cinematografici a Palermo.
L’Oratorio della Madonna dei Peccatori Pentiti propone la video installazione dell’artista italiano Yuri Ancarani, tra cui il lavoro Lapidi, dedicato al ricordo dei magistrati, civili, giornalisti, agenti vittime della mafia a Palermo, mentre l’Oratorio di San Lorenzo offre il lavoro dell’artista performativa olandese di origini croate Nora Turato, la quale descrive la tradizione delle cosiddette donas de fuera siciliane, ovvero le “donne dell’altrove” che ai tempi dell’Inquisizione spagnola venivano additate come reiette a causa dei comportamenti fuori dagli schemi.
La Chiesa SS.Euno e Giuliano accoglie la mostra descrittiva del processo partecipativo preparatorio e partecipativo alla processione di Marinella Senatore del 16 giugno, un vero e proprio movimento collettivo in danza per le strade del centro storico di Palermo; la Fondazione “Casa Lavoro e Preghiera” Istituto Padre Messina ospita il film di Jordi Colomer, che ricompone una processione laica su alcune barche in mare che parte dalla Caletta Sant’Erasmo e si muove lungo la Costa Sud di Palermo.
Il Teatro Garibaldi, quartier generale di Manifesta 12, presenta la raffigurazione visiva dei progetti di Giorgio Vasta e di Wu Ming 2. Il primo, scrittore e sceneggiatore palermitano, propone un podcast digitale dedicato alla narrazione della città, mentre Wu Ming 2 un percorso narrativo, interattivo e urbano, legato al periodo del colonialismo italiano.
Il Teatro Garibaldi ospita anche parte del Public Programme, in particolar modo, a giugno, la redazione di Chimurenga, progetto editoriale realizzato da una pluralità di redattori provenienti dall’Africa, al lavoro sulla realizzazione di un numero speciale di “The Chronic” in uscita a fine ottobre 2018 e incentrato sui temi del movimento e dell’assenza di confini e le conferenze, eventi live, interventi sonori e le iniziative sul tema del Black Mediterranean a cura di Invernomuto, duo artistico che predilige l’immagine in movimento e il suono come mezzi di ricerca privilegiati.
Completano la lista degli artisti di Manifesta 12 il cinese Zheng Bo, esperto in tematiche sociali ed ecologiche, il quale esplora il tema eco-queer e le sue potenzialità; l’olandese Melanie Bonajo, che propone un documentario sperimentale in tre parti dedicato allo straniamento diffuso in Occidente nei confronti della natura; l’inglese James Bridle, con il suo concetto di “cittadinanza algoritmica”; l’algerina Lydia Ourahmane, la quale espone a Palermo un’installazione sonora, la prima opera a essere legalmente esportata dall’Algeria dal 1962; l’americano Trevor Paglen, con un progetto incentrato sulle tecniche di riconoscimento facciale; il libanese Rayyane Tabet, con un provocatorio progetto dedicato alla Trans-Arabian Pipeline; infine il collettivo tedesco Peng! Collective, con due progetti tra cui un’installazione che consente di telefonare in modo diretto e anonimo a dei funzionari di agenzie di servizi segreti.
Manifesta 12, la dodicesima edizione della biennale nomade europea di arte e cultura contemporanea arriva a Palermo, capitale della cultura e crocevia di tre continenti.