Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo, ideata e curata da Stefano Mirti presentata a la Triennale di Milano.
Definire 999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo, il progetto curato da Stefano Mirti e in scena alla Triennale di Milano dal 12 gennaio al 2 aprile, non è semplice. È una mostra? Un evento? Una provocazione?
999 domande sull’abitare è il risultato di una grande indagine sul concetto di casa, di abitare, di senso di dimora, a cavallo tra il mondo fisico e quello digitale che sfocia in una mostra inedita, ampia, collaborativa e mutante, che evolve in funzione del tempo e dello spazio. Un “esperimento” curatoriale, comunicativo ed espositivo, ma anche e soprattutto sociale, culturale e partecipativo, dove pubblico e co-curatori nella creazione di un racconto.
999 domande è anche un palinsesto di eventi, con i concetti espressi presentati secondo modalità diverse che seguiranno un calendario variabile, in perenne divenire.
Il visitatore compie un vero e proprio viaggio nell’abitazione di un futuro che è diventato presente, spostandosi da un ambiente all’altro e interagendo in prima persona con tutta una serie di nuovi modi di abitare. Innumerevoli sono gli spunti di conoscenza, intrattenimento e riflessione che vengono proposti. La narrazione, si snoda attraverso le nuove declinazioni del “fatto in casa”, la manifattura digitale, la casa vista da un malato di Alzheimer, affrontando anche l’idea di abitare di chi la casa non ce l’ha e le nuove abitudini, come il co - housing, che si sovrappone al co-working.
Stefano Mirti ha ideato la mostra perchè non fosse esaustiva e lo ha fatto per coinvolgere attivamente il pubblico e generare ancora altre domande, oltre alle 999 del titolo. Sarà da visitare più volte, con convegni, incontri, performance, conferenze, come un grande festival più che una mostra nel senso tradizionale del termine. L’innovazione del concept, sta anche nel format: 999 domande vuole essere un salotto aperto alla cittadinanza, un luogo di incontro e di dibattito, un format innovativo da ogni punto di vista, compreso il costo del biglietto che, dopo il primo ingresso,si riduce infatti dai 9 ai 2 euro perchè 999 domande sia vista e rivista e rivista.
Per avere maggiori informazioni, abbiamo avuto l'opportunità di fare due chiacchiere con Stefano.
Quale ti immagini sarà il rapporto tra il designer/architetto e le persone nell’evoluzione dell’abitare?
Secondo me il rapporto tra il designer/architetto e le persone continuerà a essere simile a quello che esiste adesso. Probabilmente andranno a cambiare i meccanismi a monte. Cosa succederebbe se una piattaforma tipo Uber (o Amazon) processasse i servizi di un architetto? Peraltro, si tratta di cose che già esistono, basti pensare al Mechanical Turk di Amazon. Quel tipo di dinamiche, più esteso e più pervasivo.
999 domande sull’abitare porta anche a riflettere su come le città cambiano attraverso nuovi modelli abitativi che guardano più alla condivisione e meno al singolo. Quale è l’impatto che la mostra e questi nuovi scenari hanno su Milano?
La mostra, non credo abbia un grande impatto. Da questo punto di vista, la mostra è un effetto, non una causa. Le dinamiche di cambiamento rispetto ai modelli abitativi sono (a mio avviso) di lungo corso. Ci sono una serie di valori (la casa di proprietà, i vincoli familiari, etc.), che secondo me non andranno a mutare in tempi brevi. Dieci anni fa il car sharing non esisteva. Impensabile (allora) pensare che un giorno un servizio di questo tipo si sarebbe affermato in Italia. Questo detto, il fatto che adesso si condivida l'automobile non vuole dire che tra dieci anni condivideremo le nostre case.
Sul sito si legge che il catalogo della mostra sarà qualcosa di diverso dal solito. In cosa consisterà esattamente?
Una collezione di libriccini dal formato simile (un A5 verticale). Ogni libriccino è una storia che racconta di una casa e dei suoi abitanti. Storie vere o storie inventate. Tecnica libera. Mano a mano che i partecipanti alla mostra completano il loro lavoro, il tutto viene caricato su Amazon self-publishing (sul canale della Triennale). Il visitatore può dunque comprare il suo catalogo (i suoi cataloghi) in cartaceo o digitale, direttamente su Amazon.
Per info: www.999domandesullabitare.org/catalogue
La mostra vive anche online sui canali Instagram e Facebook. In particolare, per Instagram sono stati prodotti 999 micro-video su Instagram le cui domande sono generate dai soggetti coinvolti nel progetto. Una call for action affinchè tutti pongano domande e generino una parte dei contenuti della mostra. Un lascito virtuale, che resterà a disposizione per riflettere anche quando 999 domande avrà chiuso i suoi battenti fisici.
Photo Credits © Gianluca Di Ioia / Triennale di Milano