L'intervista
Una chiacchierata con Arthur Mamou-Mani
Dal deserto del nevada al centro di Milano, dal Burning Man al Fuorisalone. Quali sono i punti in comune tra i due eventi e come hai affrontato le due sfide progettuali?
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L'idea di "processo" è sempre la chiave del nostro lavoro. Un design deriva dall'iterazione tra le versioni: richiede molto ascolto, consapevolezza di ciò che si sta facendo e dei vincoli con cui si ha a che fare e utilizzandoli come opportunità di progettazione. Questi due progetti su larga scala sono buoni esempi di questo.
Stampa 3d e bioplastica applicata all'architettura potranno cambiare il futuro delle nostre città?
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Poiché la stampa 3D continua ad evolversi verso le case e oltre, il suo obiettivo è espandere la cassetta degli attrezzi a disposizione di creativi e costruttori: questa installazione dovrebbe essere un ottimo caso di studio su come la tecnologia viene utilizzata e applicata e quali potrebbero essere i prossimi passi. Un giorno credo che gli edifici e le città non dovrebbero lasciare tracce fisiche. Dovrebbero essere in grado di crescere, adattarsi e persino scomparire se necessario.
Il successo degli eventi al Fuorisalone passa sempre dalla capacità di far vivere esperienze uniche al visitatore, che esperienza hai previsto per la tua installazione?
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L'installazione porterà il visitatore attraverso un etereo diario a Palazzo Isimbardi, che inizia nel cortile nascosto e progredisce attraverso il "Giardino Inglese" posteriore - dall'architettura al naturale. Conifera offre uno sguardo al futuro, alle potenzialità del design e alle possibilità che si aprono attraverso la collaborazione.
Cosa ti aspetti dal Fuorisalone e cosa lo rende unico e diverso dalle altre Design Week nel mondo?
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Siamo molto contenti di presentare Conifera durante la Fiera del Design di Milano. È un onore essere parte del patrimonio del Salone del Mobile di COS, giunto alla sua ottava edizione.
© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 07 aprile 2016