Stefano
Paschina
Originario della Sardegna e con una laurea in economia e commercio, Stefano Paschina arriva a Milano all’età di 25 anni. La città lo conquista per l’attitudine geografica ad essere tanto recettiva, per il fermento che si respira e che Stefano, assetato di cultura, coglie a pieno: frequenta qui un master in relazioni pubbliche ed inizia a lavorare come assistente del Direttore Finanziario.
Con il suo background si appassiona all’arte e tocca con mano i meccanismi della creatività grazie al lavoro che svolgerà poi per 20 anni: aprire scuole a marchio IED (Istituto Europeo del Design) in giro per il mondo. Paschina sviluppa una sensibilità per la cultura senza perdere mai di vista il senso pratico.
Sono anni importanti di crescita personale e formazione professionale. Stefano mantiene ben salda la sua ossatura emotiva e lo sguardo curioso di quel ragazzo che anni prima era arrivato in una grande città come Milano. Educato all’ascolto, al confronto ed ormai consapevole della ricchezza insita nella diversità, Paschina si lancia sul mercato e intraprende la sua avventura imprenditoriale preparandosi come meglio può: studia e visita l’Europa per osservare da vicino le scuole dell’infanzia più innovative. Nel 2009 quindi fonda Ludum, avviata come nido di 18 bambini e diventato oggi ICS International School, con 600 iscritti, 36 classi e 13 laboratori.
ICS International School è una scuola di design approach, una scuola-‐laboratorio il cui scopo è quello di creare un’eccellenza dell’italianità, un’occasione per l’alunno di essere bambino attraverso la “filosofia della lentezza” (il rispetto dei tempi dell’apprendimento) e per essere stimolato a trovare soluzioni semplici a problemi complessi.
Stefano Paschina orienta il suo edificio verso Nord, verso l’Europa, e si pone oggi l’obiettivo di guidare i più piccoli a guardare verso l’alto, nell’ottica di diventare adulti, e gli adolescenti a guardare anche verso il basso, per non dimenticarsi mai, proprio come ha fatto lui, i sogni e la meraviglia che li accompagnavano da bambini.
La sua sfida è quella di unire all’ottima scuola italiana una applicazione pratica che renda gli studenti competitivi, perché nel nostro Paese il patrimonio artistico culturale ha tutte le potenzialità per diventare un business. Stefano punta alla capitalizzazione della sua esperienza per una comunità sempre più attenta e reattiva. E i risultati e le novità non mancano.