Daimaru display
special projects
Per il visual display delle vetrine agli ingressi principali di Daimaru Shinsaibashi
sono stati scelti i giovani designer italiani Elena Salmistraro e Matteo Cibic
che hanno lavorato su un totale di due vetrine ciascuno.
Elena e Matteo sono stati chiamati ad interpretare, con i loro tratti inconfondibili, le tradizioni giapponesi dello Yōkai e del Tokonoma.
Nelle vetrine presenti sul lato principale dell’edificio con la più alta visibilità (Mido-Suji), il concept per il visual display ha preso spunto dalla tradizione degli Yōkai.
“Gli yōkai (妖怪?) — da “yō”, “maleficio, fattucchieria” e da “kai”, “manifestazione inquietante”, nome talvolta traslitterato anche "youkai" o "yokai",
traducibile con "apparizioni", "spettri", o "demoni" — sono un tipo di creatura soprannaturale della mitologia giapponese.”
Tra questi, Matteo ed Elena hanno selezionato una figura, sviluppandone il significato e l’aspetto, secondo il proprio gusto stilistico e con una visione del tutto personale e site specific.
Il forte potere evocativo legato alle figure della tradizione si confronta con i prodotti dei due designer italiani.
Render delle vetrine Daimaru sul lato principale dell’edificio (Mido-Suji)
Nelle vetrine a ridosso dell’ingresso secondario di Daimaru Shinsaibashi (Shinsaibashi-Suji), il tema proposto è stato il Tokonoma.
“Un tokonoma (床の間) è una piccola alcova rialzata presente nelle washitsu, la stanza in stile tradizionale Giapponese
con tatami per pavimento, dove solitamente sono appese le pergamene giapponesi, dette emakimono. Anche Ikebana e/o bonsai appaiono spesso in esse.”
Secondo la tradizione giapponese, nella stanza del tè è spesso presente il Tokonoma. I due designer sono stati chiamati ad immaginare una stanza del tè,
luogo "sacro", dimora della fantasia, del vuoto e dell’asimmetrico.
Render delle vetrine Daimaru all’ingresso secondario dell’edificio (Shinsaibashi-Suji)
Nelle vetrine presenti sul lato principale dell’edificio con la più alta visibilità (Mido-Suji), il concept per il visual display prende spunto dalla tradizione degli Yōkai.
“Gli yōkai (妖怪?) — da “yō”, “maleficio, fattucchieria” e da “kai”, “manifestazione inquietante”, nome talvolta traslitterato anche "youkai" o "yokai",
traducibile con "apparizioni", "spettri", o "demoni" — sono un tipo di creatura soprannaturale della mitologia giapponese.”
Tra questi, Matteo ed Elena hanno selezionato una figura, sviluppandone il significato e l’aspetto, secondo il proprio gusto stilistico e con una visione del tutto personale e site specific.
Il forte potere evocativo legato alle figure della tradizione si confronta con i prodotti dei due designer italiani.
Nelle vetrine a ridosso dell’ingresso secondario di Daimaru Shinsaibashi (Shinsaibashi-Suji), il tema proposto è il Tokonoma.
“Un tokonoma (床の間) è una piccola alcova rialzata presente nelle washitsu, la stanza in stile tradizionale Giapponese
con tatami per pavimento, dove solitamente sono appese le pergamene giapponesi, dette emakimono. Anche Ikebana e/o bonsai appaiono spesso in esse.”
Secondo la tradizione giapponese, nella stanza del tè è spesso presente il Tokonoma. I due designer sono stati chiamati ad immaginare una stanza del tè,
luogo "sacro", dimora della fantasia, del vuoto e dell’asimmetrico.
Yokai Primates window
by Elena Salmistraro
L’incontro tra Elena Salmistraro e la cultura popolare Giapponese, ricca di creature fantastiche, è carica di energia e colore. Il risultato si concretizza in una maschera Tengu, spirito dal colore rossastro che generalmente assume le sembianze di uomo-uccello, dotato di un lunghissimo naso e folti capelli. Il volto del Tengu viene riletto secondo i codici e gli elementi tipici del vocabolario artistico di Elena. Layer e texture differenti concepiscono una versione inedita, contemporanea, capricciosa e provocatoria, paurosa e spiritosa allo stesso tempo, proprio come questi spiriti immortali vengono narrati nelle leggende popolari. L’accostamento tra la figura umana e quella animale è un elemento ricorrente nel lavoro di Elena, ed i Primates, presenti a contorno in versione maschera, ne sono l’esempio tangibile. La grafica sullo sfondo, che estrae segni e profili dai vessilli nipponici, crea una cornice che rimarca e celebra a suo modo i vari elementi.
Prodotti della designer presenti nell'allestimento:
PRIMATES MASKS - Decorative masks by Bosa Ceramiche
Yokai Splendor window
by Matteo Cibic
Il mondo animalesco di Matteo Cibic incontra il Giappone e lo fa interpretandone la cultura popolare. A partire dai Tsukumogami, il Karakasa è la rappresentazione dell’anima di oggetti di uso comune che prendono vita al compimento dei 100 anni di esistenza. Il soggetto di questa installazione site-specific è il Karakasa, un ombrello con un mono-occhio e una gamba, che raggiunto il secolo di età, si anima diventando un joker scherzoso. Karakasa Donky fa parte della serie Paradiso Dream e ne riprende materiali, finiture e immaginario. Il Karakasa è interpretato da Donky, uno dei personaggi della serie, trasformato per l'occasione: Donky ha un solo occhio e si regge su una zampa, che indossa il geta (sandalo tipico giapponese). Il suo vestito è un ombrello che si muove spinto dal vento. Sullo sfondo un tappeto della serie Karesansasui, un'altra creazione di Matteo Cibic ispirata al Giappone e ai suoi giardini zen, completa il site-specific.
Prodotti del designer presenti nell'allestimento:
KARAKASA DONKY - Sculpture by Paradiso Dreams
KARESANSUI - Rug by Scarlet Splendour
Tokonoma Primates window
by Elena Salmistraro
Il Tokonoma nella cultura giapponese è lo spazio ornamentale all’interno della Washitsu, la stanza tradizionale giapponese per intrattenere gli ospiti, una composizione unica, con codici ed elementi ben definiti, estremamente complessa nella sua purezza. Elena Salmistraro immagina un Suiseki bianco, frutto dell’unione di quattro piramidi disuguali, che si carica di segni dal colore nero per dialogare con un Bonsai all’interno di un Primates Vase interamente bianco ed uno Scroll, riproducente le quattro stagioni, che varierà ad intervalli di tempo ben definiti. Il Tokobashira (il pilastro sulla destra) ed il pavimento saranno invece colmi di colori e grafiche geometriche, come una forma di bilanciamento naturale. Elena Salmistraro, nella sua personalissima interpretazione del Tokonoma, cerca attraverso colori e disegni utilizzati come stratagemmi grafici, di relazionare le conformazioni della natura, organiche per definizione, a quelle geometriche dell’artificio e dell’uomo, facendole coesistere armoniosamente.
Prodotti della designer presenti nell'allestimento:
PRIMATES VASES - Decorative vases by Bosa Ceramiche
Tokonoma Domsai window
by Matteo Cibic
Un Tokonoma è una piccola alcova che si trova nella Washitsu, la stanza dove si accolgono gli ospiti nella cultura tradizionale giapponese. Nel Tokonoma sono presenti elementi precisi e rigidamente codificati, che devono avere forme e presentare una disposizione tale da esprimere armonia e bellezza nella loro apparente semplicità. Il Tokonoma di Matteo Cibic sembra parlare a creature di altri mondi in visita sul nostro pianeta. Un Domsai Rocket (terrarium by Paradiso Dreams) dialoga con un Suiseki opalescente, che si riflette sul Tokobashira (“pilastro”collocato sulla sinistra), dai riflessi misteriosi. A completare la composizione, uno scroll che rappresenta le nuvole e l'amore variabile, simbolo di Paradiso Dreams, con il timbro dell'autore. Sulla destra appare l'immaginario, l'ospite che ammira la composizione del tokonoma: è un Domsai Dom, terrarium di dimensione umana, dotato di gambe e di un “cervello” vegetale. Matteo Cibic crede infatti che in futuro avremo la capacità di comunicare con le piante e ne potremo scoprire l’intelligenza.
Prodotti del designer presenti nell'allestimento:
DOMSAI XXL - Terrarium Sculpture by Paradiso Dreams
DOMSAI ROCKET - Terrarium Sculpture by Paradiso Dreams
DOMSAI DOM - Terrarium Sculpture by Bosa Ceramiche
SUISEKI - Sculpture
TOKOBASHIRA - Sculpture
Elena
Salmistraro
Profile
Designer e artista,
vive e lavora a Milano.
Collabora come designer e illustratrice con molte aziende dell’industria creativa, tra le quali Nike, Apple, Alessi, Bosa, De Castelli, e molte altre.
L’attenzione al dettaglio, l’armonia delle forme e lo stile poetico caratterizzano le sue creazioni, commistione tra arte e design: la ricerca del linguaggio espressivo dell’oggetto,
che può fascinare le persone evocando emozioni, è una priorità del suo lavoro.
I suoi progetti sono stati selezionati per diverse mostre internazionali.
Nel 2017 vince il premio “Salone del Mobile Milano Award” come “Miglior designer esordiente”.
Dal 2107, il Ministero degli Affari Esteri, la nomina ambasciatrice del design italiano nel mondo.
Nel 2018 viene nominata Ambasciatrice di Brera Design District.
Matteo
Cibic
Profile
Artista e designer
transmediale italiano.
Matteo Cibic è conosciuto per i suoi oggetti con funzioni ibride e forme antropomorfiche e gioiose.
Lavora indistintamente su processi industriali e piccoli artigiani, per brand di lusso, collezionisti e aziende hi-tech.
I suoi lavori sono esposti in musei, luoghi istituzionali e gallerie in tutto il mondo.
Matteo è un designer pluripremiato e il suo lavoro è pubblicato a livello internazionale.
Nel 2017 ha ricevuto il premio International Young Talent of the Year da Elle Decor.